2021-07-19 07:00:00

Il CTS, cui il Ministero dell’istruzione aveva formulato l’8 luglio scorso una serie di quesiti tecnici al fine di programmare e organizzare al meglio le attività connesse all’avvio dell’anno scolastico 2021/2022, ha fornito importanti indicazioni raccolte nel verbale n. 34 che lo stesso Comitato ha redatto il 12 luglio e di cui è stato reso noto un estratto.
Il M.I. aveva posto due quesiti preliminari, chiedendo quale “grado di priorità da dare alla vaccinazione delle persone in età scolare e se in caso di vaccinazione completata al 60% entro la prima settimana di settembre del personale scolastico – docente e non – e degli studenti tra i 12 e i 18 anni, possa essere superata la regola del distanziamento fisico di un metro tra le rime buccali”.
Nel verbale il Cts ribadisce, in via preliminare, di ritenere “assolutamente necessario dare priorità alla didattica in presenza per l’anno scolastico 2021/2022, non solo come strumento essenziale per la formazione degli studenti, ma anche come momento imprescindibile e indispensabile nel loro percorso di sviluppo psicologico, di strutturazione della personalità e dell’abitudine alla socializzazione, la cui mancanza può negativamente tradursi in una situazione di deprivazione sociale e psico-affettiva delle future generazioni”.
Sottolinea poi che la vaccinazione costituisce, ad oggi, la misura di prevenzione fondamentale per contenere e contrastare la diffusione della SARS-CoV-2; in tal senso risponde a un preciso interesse pubblico da tutelare con la massima determinazione. Ne discende la necessità di promuovere la vaccinazione nella scuola, tanto per il personale scolastico (docente e non docente) che per gli studenti a partire dai 12 anni di età. Ad avviso del CTS tutto il personale scolastico dovrebbe essere vaccinato, pertanto viene espressa in tal senso una forte raccomandazione al decisore politico, affinché metta in campo tutte le azioni utili a raggiungere l’obiettivo di un’elevata copertura vaccinale, promuovendo intense campagne informative e se necessario individuando a tal fine ulteriori misure, anche di tipo legislativo.
Tra le altre raccomandazioni del CTS, quella di mantenere il distanziamento interpersonale in posizione seduta; laddove non sia possibile mantenere la distanza raccomandata (un metro tra le “rime buccali”), resta fondamentale osservare le altre misure non farmacologiche di prevenzione, ivi incluso l’obbligo di indossare nei locali chiusi mascherine di tipo chirurgico (“è, comunque, fondamentale favorire, pur nel rispetto del diritto alla riservatezza, l’osservanza, da parte delle persone non vaccinate, della regola di condotta che impone di indossare i dispositivi di protezione delle vie aeree”).
Infine il Cts, oltre a richiamare una particolare attenzione alla condizione di studenti con immunodeficienza congenita o acquisita, ritiene che non debbano eseguirsi test in ambito scolastico né screening antigenici o anticorpali per la frequenza scolastica mentre per il personale scolastico (compreso il personale addetto alle mense), ove tale soluzione fosse giuridicamente percorribile, potrebbe ipotizzarsi la richiesta del green pass.
Non c’è dubbio che l’obiettivo di una ripresa in sicurezza dell’attività didattica in presenza, che la CISL Scuola considera assolutamente prioritario, richieda da parte di tutti e di ciascuno l’adozione di comportamenti improntati a responsabilità e senso civico. Garantire il rispetto di regole imprescindibili, perché necessarie per salvaguardare diritti fondamentali come quelli all’istruzione e alla salute, diventa in tal senso un preciso impegno e un dovere per l’intera comunità educante.
Per quanto riguarda il completamento della campagna vaccinale per il personale scolastico, come sollecitato dal CTS, la CISL Scuola ribadisce che questa deve vedere coinvolto anche il personale precario.

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